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Paghetta sì, paghetta no
Uno strumento per educare i figli

Discuto spesso con mio marito sul tema dei soldi ai figli (8 e 11 anni).
Io metto mano al portafoglio all'occasione. Lui sostiene che è più educativo stabilire una cifra settimanale che dovrebbe essere gestita direttamente da loro. Chi ha ragione?

Letizia, Milano

Dare la paghetta ai figli dopo i sei anni è giusto, ma non è indolore per i genitori! C’è da fare i conti con diverse questioni, dall’impulsività del bambino che la spende tutta e reclama un anticipo sulla successiva, alla rigidità di chi al contrario la conserva maniacalmente e rinuncia agli acquisti pur di avere qualche soldino nel salvadanaio…

La fatica del genitore nell’utilizzare tale strumento educativo (proprio così: è un valido ausilio per crescere) viene tuttavia ampiamente ricompensata. I figli imparano a scegliere tenendo conto del costo, a programmare le spese nel tempo, a capire il valore del denaro.

Una raccomandazione: il bambino non va rimproverato se compra qualcosa che noi riteniamo inutile, perché il senso della paghetta è anche quello di permettere che scelga lui. Lasciamo che impari pian piano, senza trasformarla in una inutile fonte di conflitto.

 

Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta
 

creativita in cucina
Da leggere

  • Per aiutare i bambini a crescere concentrati e consapevoli:
    Beatrice Toro

  • Crescere con la mindfulness, Guida per bambini (e adulti) sotto pressione
    Franco Angeli, 2016 
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