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Tornando a casa

Il rientro dalle ferie, come tutti i cambiamenti, segna un momento delicato. Ecco come affrontarlo al meglio, coi suggerimenti di Enzo Spaltro, docente di psicologia del lavoro

Non serve aver fatto viaggi fantasmagorici. Anzi, chi per le vacanze è rimasto a casa è persino più a rischio di chi ha potuto andar via. Perché la vera differenza è la perdita di libertà che il ritorno a orari e impegni quotidiani ci impone. E se questo avviene restando sempre nello stesso luogo la cosa diventa ancora più evidente. Persino il ritorno del traffico e la consueta difficoltà a trovare parcheggio contribuiscono a innervosire chi per alcune settimane si è sentito padrone della città. Per chi è stato via, almeno all’inizio, è tutto più facile, c’è il piacere di tornare a casa, di rivedere amici e colleghi, di raccontare le vacanze. I primi giorni passano via lisci, poi però, anche per loro, possono insinuarsi stanchezza, nervosismo: Svegliarsi al mattino diventa sempre più difficile mentre aumenta la sensazione di non farcela a riprendere il solito ritmo. È la sindrome da rientro che colpisce una persona ogni tre e rischia di vanificare in poco tempo tutti i vantaggi della vacanza. Ma riuscire a vincerla è possibile. “In fondo è, almeno in parte, questione di autostima” spiega Enzo Spaltro, professore di psicologia del lavoro all’università di Bologna.“Chi ha un buon grado di fiducia in se stesso è portato a far dipendere i suoi stati d’animo da sé più che da eventi esterni ed è quindi meno vulnerabile ai cambiamenti. Rientro dalle ferie incluso”. Ecco comunque tutti i trucchi e i suggerimenti per un rientro soft.  

 

EVITARE IL TAGLIO NETTO
La fine delle vacanze porta con sé un senso di lutto. E allora facciamo in modo di chiuderle in modo dolce. Siete stati in viaggio con amici? Organizzate prima ancora di rientrare l’incontro per festeggiare il ritorno e guardare le foto. Siete stati nella seconda casa? Rimandatene la chiusura al weekend successivo. Avete incontrato nuovi amici? Scambiatevi gli indirizzi e pianificate incontri futuri. Insomma evitate addii e la chiusura così limiterete il senso di perdita. Poi ci sono gli amici, quelli veri, ci fanno bene regalandoci energia, buonumore. Uno dei sistemi migliori per aumentare il proprio livello di autostima è quello di circondarci di gente che ci ama.

 

DATTI OGGI LA TUA PAUSA QUOTIDIANA
Cercate di ritagliarvi un’ora di “vacanza” ogni giorno, almeno fino a che non avrete ingranato. Un massaggio, un giretto a guardare le vetrine, un aperitivo dopo ufficio con gli amici o l’incontro per la pausa pranzo con il partner, ma anche un picnic al parco o una dormitina sull’erba.

 

PRENDETEVELA COMODA
“In realtà non bisognerebbe cercare di rientrare bene, piuttosto abbandonarsi al rientro, lasciarsi andare senza cercare di imporsi regole e scadenze.” Spiega ancora Enzo Spaltro: “Bisogna insomma mettere da parte gli schemi etico morali fondati sull’idea del dovere a tutti i costi ed entrare in una dimensione mentale basata sul conseguimento del piacere”. Questo significa che se faticate a ingranare non dovete sentirvi in colpa o sforzarvi. Avete davanti a voi un intero anno per riprendere il controllo della situazione e dimostrare quanto siete efficienti.

 

ADRENALINA CERCASI
La quotidianità vi sta stretta? Cercate stimoli forti. Uno dei motivi per cui molti hanno difficoltà a ripartire è che durante le vacanze ci si rilassa e i livelli di stress calano, ma con loro anche quelli di adrenalina e cortisolo. Questo potrebbe essere il momento giusto per provare qualche sport a forte tasso emotivo, dal parapendio al canyoning. Oltre alla scarica di adrenalina avrete la prova che con le vacanze non finisce necessariamente il divertimento. Tutta l’attività fisica è in genere rivitalizzante ma attenzione alla routine e al senso dell’obbligo: se l’idea di ricominciare ad andare in palestra tutte le sere vi pesa, trovate soluzioni alternative e più divertenti: la partitina a tennis, una passeggiata, un giro in bici…

 

LA SINDROME DA RIENTRO
Il senso di disagio che accompagna la fine delle ferie può sfociare in una vera e propria sindrome. Ecco come riconoscerla. Mal di testa, depressione, difficoltà di concentrazione, scarso rendimento. Sono questi i sintomi più comuni della sindrome da rientro, che può durare anche settimane dopo la ripresa della vita quotidiana. Colpisce soprattutto chi si trova a dover far fronte a impegni molto stressanti, che teme essere al di sopra delle proprie possibilità, per esempio chi è appena stato promosso o chi ha da poco cambiato lavoro, e chi lavora in un ambiente ostile. Insomma il rientro è più duro quanto più la situazione lavorativa è fonte di stress. O al contrario, può colpire chi ha vissuto una vacanza particolarmente liberatoria e magari anche un po’ troppo stancante. In genere è un problema che si risolve da sé e per il quale non è il caso di ricorrere a rimedi particolari se non quello di aiutarsi con uno stile di vita sano e piacevole: attività fisica, dieta equilibrata, qualche distrazione.

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