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Città sotterranee

Bloccati in città o turisti urbani? Per sfuggire alla calura potreste andare alla scoperta delle bellezze nascoste, come quelle di Roma e Napoli

Alzi la mano chi non ha mai visitato Roma e Napoli, anche se solo una volta, magari in una remota gita scolastica. Sono entrambe ricche di storia, tesori artistici e monumenti talmente celebri che la loro fama ha varcato i confini nazionali. Eppure, queste due città nascondono nelle viscere un loro “doppio”, meno conosciuto,ma altrettanto affascinante. E’ la loro parte sotterranea, antichissima, vasta quasi come quella in superficie. Una specie di città parallela.

ROMA
Le catacombe romane, un dedalo di cunicoli chilometrico, sono a buona ragione famosissime. Infatti, anche se non mancano esempi in altre città, sono in assoluto le più importanti sia per estensione, sia per numero (oltre 60): le catacombe di San Sebastiano, di San Callisto, di Santa Domitilla, di Priscilla, di Sant’Agnese, di San Pancrazio, di Ciriaca. Le visite sono sempre guidate e limitate ad alcuni tratti, di solito i più interessanti per decorazioni pittoriche e struttura architettonica. Ma sono state scoperte anche catacombe ebraiche (all’interno di Villa Torlonia) e luoghi di culto pagani: i mitrei, suggestive cripte o grotte consacrate al dio Mitra. Uno dei più grandi è quello delle terme di Caracalla, mentre su altri furono innalzate basiliche cristiane. Un percorso insolito, che fa capire quanto i Romani fossero eccellenti ingegneri, è quello nella rete fognaria della città antica, che ha il suo “monumento” nella Cloaca Maxima, tuttora efficiente e percorribile, così come lo speco dell’acquedotto Vergine, quasi tutto costruito in sotterraneo. Anche l’Altare della Patria nasconde un sistema complesso e stratificato di sotterranei: acquedotti, cisterne, una cava di tufo romana e perfino un rifugio antiaereo,dove sono state ritrovate scritte del terribile bombardamento che durante l’ultima guerra devastò il quartiere di San Lorenzo.

NAPOLI
Dopo Roma, Napoli è la seconda città italiana per importanza di patrimoni sotterranei. Già nel II secolo a.C. i Greci avevano aperto cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari come materiale da costruzione. E anche a Napoli le cave di tufo continuarono per molti secoli a essere utilizzate per le pratiche religiose e il culto dei morti. Tra le catacombe più famose, quelle di San Gennaro, che hanno custodito le spoglie del santo patrono fino all’817. Ma furono i Romani a sviluppare un incredibile reticolo di cisterne e cunicoli idrici alimentati dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza dal centro,che distribuiva l’acqua in tutta la città. Il suggestivo viaggio nelle viscere di Napoli può iniziare in Vico Sant’Anna di Palazzo, nei Quartieri Spagnoli, vicino a San Gregorio Armeno. Si entra in un tipico “basso” napoletano (cioè un’abitazione al pianterreno) e, da quello che originariamente era il vano di un pozzo, si scende in profondita’ per ben 40 metri, mentre l’aria diventa mano a mano più fresca. Si sbuca in un’ ampia ex cisterna, a forma di campana, da cui si diramano passaggi e cunicoli che la collegano con altre cavità. Durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale erano utilizzate come rifugio antiaereo dove potevano trovare riparo fino a 4000 persone, che vivevano per settimane, o addirittura mesi. Sulle pareti si notano ancora i graffiti che hanno lasciato. Vicino alla basilica di San Paolo Maggiore, in piazza San Gaetano, si trova un altro accesso. Si scendono 140 gradini che arrivano a 40 metri sotto il livello della strada e si percorrono cunicoli dove una persona passa a malapena.

Per informazioni:
Roma: Cooperativa Il Sogno, tel. 06.85301758.
Napoli: http://www.lanapolisotterranea.it, http://www.napolisotterranea.org

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