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La riscossa dei bianchi

La primavera in arrivo, con i suoi freschi profumi di fiori di ciliegio, sambuco e acacia annuncia il desiderio di bere bianco. Una tendenza ormai affermata, il gusto dei consumatori da qualche anno ha rivalutato il consumo dei vini chiari

Le ragioni di questa affermazione commerciale sono diverse, i vini bianchi spesso spuntano un prezzo minore di quelli rossi, anche perché hanno meno esigenze enologiche (affinamento in botte o barrique), ma anche a causa della tendenza degli ultimi anni a fare vini rossi troppo “pesanti”. Un altro fatto favorevole al loro sviluppo è che oggi nuove ricerche e scoperte indicano che anche i vini bianchi possiedono numerose qualità che giovano al benessere fisico e mentale. Negli ultimi tempi sembra essere caduto un altro “baluardo” tipicamente a favore dei rossi: la capacità d’invecchiamento e la predisposizione a sviluppare aromi terziari.

IL VINO PIÙ ALTO
La Valle d’Aosta produce il vino bianco “più alto” d’Europa, cioè il Blanc de Morgex, fermo e spumante, il cui vitigno omonimo è coltivato fino a 1200 m. Anche il Piemonte, terra di grandi rossi per antonomasia,offre alcuni vini bianchi interessanti: l’Arneis, tipico del Roero, in provincia di Cuneo, fresco e sapido; il Cortese, che dà origine al Gavi, vini secchi e spumanti; l’Erbaluce, che nasce nel Canavese, può essere secco, ma anche dolce passito. La Favorita, prodotta nelle Langhe, fresca e sapida simile al Vermentino.

IL FENOMENO FRANCIACORTA
In Lombardia vi sono alcune zone di confine, come l’Oltrepò Pavese, che godono di vini bianchi simili, come la Malvasia, il Cortese o il Moscato. Mentre il Riesling renano e italico trova un habitat ideale per la produzione di vini bianchi anche longevi, da conservazione. Chardonnay, Pinot bianco e nero danno origine al fenomeno del vino di Franciacorta, oggi Docg. Fra le province di Brescia e Verona abbiamo il Lugana, prodotto con Trebbiano di Lugana. Anche in Trentino-Alto Adige lo Chardonnay rappresenta una buona consistenza della produzione di vini bianchi. Per accompagnare piatti di pesce e primi profumati, è più indicato il Müller Thurgau, un bianco. In Veneto il rito di bere “l’ombra” all’osteria tiene alte le quotazioni del Soave Doc. Prodotto soprattutto con Garganega, è da sempre ritenuto il vino bianco secco italiano per eccellenza, si produce anche nella versione passita, il Recioto di Soave, ottimo con dessert e formaggi erborinati. Bollicine fresche e profumate quelle del Prosecco Doc che si produce sulle irte colline tra Valdobbiadene e Conegliano, un vino che ha conquistato il mondo per la sua facilità di beva e di abbinamento, anche con uova e asparagi. Il Friuli Venezia Giulia è sicuramente la terra del Tocai. Meno nota la Ribolla gialla. Due vini bianchi dolci friulani sono diventati l’eccellenza del made in Italy nel mondo: il Picolit e il Ramandolo.

I BIANCHI DEL CENTRO
Le colline delle Marche sono il territorio di un altro grande bianco da pesce, il Verdicchio, ottimo d’annata e spumante, ma anche invecchiato nella tipologia Riserva Superiore. Anche l’Abruzzo è terra di bianchi, tra cui il tradizionale Trebbiano, ma stanno stupendo alcuni vitigni autoctoni come la Passerina, anche spumante, e il Pecorino, così potente da abbinare i grandi piatti di pesce,ma anche i salumi e formaggi d’Abruzzo.

E QUELLI DEL SUD
I vini bianchi del Sud sono i protagonisti di una nuova era per Campania,Calabria, Sicilia e Sardegna. Fiano,Greco e Falanghina sono i tre ottimi campioni enologici della Campania. Grandi profumi, struttura e bevibilità ne fanno i protagonisti sulla tavola. In Calabria al Greco bianco, si affianca il Mantonico, un compagno affidabile sia con il pesce che con la carne bianca. Anche la Sicilia produce ottimi vini bianchi,a volte in purezza altre uniti tra loro in uvaggio come il Grillo, l’Inzolia, il Cataratto oltre naturalmente allo Chardonnay.La solarità dell’isola è rappresentata però dal Passito e Moscato di Pantelleria, prodotti con uva Zibibbo. Infine i vini bianchi della Sardegna,tra cui il Vermentino è il re in assoluto. Da non dimenticare la Vernaccia, ottima come aperitivo o dessert.

VINI FEMMINILI
La riscossa è iniziata proprio all’estero, in Gran Bretagna, per esempio, dove sono le donne a trascinare in alto le quantità di consumo dei vini bianchi in rapporto più che doppio rispetto agli uomini (36% contro 17%). Lo stesso fenomeno si sta registrando nei Paesi del Grande Nord (Scandinavia e Danimarca).
AUTOCTONO È MEGLIO
I sondaggi indicano che tra i vini bianchi preferiti vi sono in testa quelli prodotti con uve autoctone o tradizionali, cioè con le uve di quei vitigni coltivati da tempi immemorabili sul territorio. Riteniamo che accanto agli Chardonnay, Pinot bianco e grigio, Riesling e Sauvignon, vitigni importati soprattutto dalla Francia e dalla Germania nei secoli scorsi e presenti ormai in ogni regione italiana, i vitigni tradizionali e autoctoni italiani abbiano un fascino particolare.

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