UN PO’ DI STORIA
Tra i frutti dell’orto è sicuramente il re e oggi sembra impensabile che la sua introduzione nella cucina europea sia stata così lenta e difficile. Importati dall’America del Sud e Centrale nel XVI secolo, i pomodori furono inizialmente ritenuti velenosi per parecchio tempo prima di affermarsi in cucina (all’inizio erano usati come pianta ornamentale). Persino a Napoli, patria della pummarola, bisogna aspettare quasi il 1750 per trovare tracce scritte di ricette che lo includessero. Poi lentamente, a partire dai Paesi mediterranei e via via verso il Nord Europa iniziò a essere accettato,ma ancora nel XIX secolo sopravvivevano alcuni pregiudizi che lo volevano pericoloso vuoi per certe supposte proprietà venefiche, vuoi perché ritenuto afrodisiaco. Una volta accettato, però, il pomodoro è divenuto ingrediente irrinunciabile di molte tradizioni culinarie grazie al suo sapore deciso e alla sua versatilità: crudo o cotto, ridotto in salsa o fatto a pezzetti,farcito o liscio resta uno degli ingredienti fondamentali di un gran numero di ricette. Vediamo i suoi principi nutritivi e le sue peculiari qualità.
CONCENTRATO DI SALUTE
Digestivo, aperitivo, diuretico e rinfrescante il pomodoro ha un indice nutrizionale estremamente elevato. Cento grammi di pomodoro contengono solo 20 calorie ma sono ricchi di elementi nutritivi: vitamine A, B1, B2, B6, C, E, K, PP, e sali minerali come fosforo, ferro, calcio, boro, potassio, manganese, magnesio, iodio, rame, zinco, sodio, zolfo. E ancora acido citrico in elevate quantità; acido maiolico, acido arabico e acido lattico che insieme favoriscono la digestione degli amidi; acido folico, provitamina A, biotina e niocina. Tutt’altro che trascurabile anche il contenuto di carotenoidi (licopene e carotene) con marcati effetti antiossidanti e antinfiammatori.
